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CR7: dalla fame alla fama

CR7: dalla fame alla fama

Foto: Sky Sport

È giunto il momento di parlare del campione e idolo indiscusso Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro. Nasce il 5 febbraio 1985 a Funchal da una cuoca di una scuola elementare e un giardiniere. Ultimo di quattro figli. Il doppio nome è dovuto alla madre e alla zia che scelsero,Cristiano, per la loro fede cristiana, e al padre, Ronaldo, per la sua ammirazione all’attore e presidente Ronald Regan. La storia di Ronaldo ha dell’incredibile. Dalla povertà assoluta al calciatore più famoso e ricco al mondo.

Foto: Sky Sport

La rivista Forbes lo annovera come il primo giocatore ad aver raggiunto 1 miliardo di euro come patrimonio. Enorme patrimonio costruito non solo per il calcio ma anche per il suo grande impatto mediatico diventando testimonial di importanti aziende, come Clear, Armani, e-Campus, Nike. In più ha creato una propria linea di abbigliamento e ha lanciato un suo profumo.

Foto: Sky Sport

Alla sua nascita la famiglia viveva in condizioni estreme, di grande miseria. Ronaldo non possedeva giocattoli, solo un pallone su cui fin da subito aveva puntato tutto. Viveva in una casa fatiscente, fatta di legno e mattoni con un tetto di lamiera. Scarseggiava il cibo, da qui il fisico esile e i denti storti, vestiva di stracci ma la cosa più difficile da digerire e affrontare è stata sempre la sua pronuncia, il suo accento incomprensibile. Il suo modo di parlare lo ha sempre perseguitato. Quando apriva bocca era sempre deriso da tutti. Persino a scuola, dove di certo non era uno studente modello, insegnanti e compagni di classe lo beffeggiavano continuamente. Si racconta che prese una sedia che giurò di scaraventare addosso all’insegnante se non avesse smesso di ridere. Forse da qui il suo caratteraccio, difficilmente lo si poteva domare.

Foto: Sky Sport

Tanto era arrabbiato con la vita per l’aspetto, per il suo linguaggio e per la miseria in cui era cresciuto, ma si era fatto una promessa fin da ragazzino, quella di diventare il giocatore più forte al mondo. Quello sarebbe stato il suo più grande riscatto. E così ha sempre lavorato duramente, rimanendo in campo più del dovuto, dopo ogni sessione di allenamento, per perfezionare tiri e punizioni. Ha cominciato a curare anche la sua alimentazione per irrobustire il suo fisico gracile. Ogni suo gesto era in virtù del suo sogno, diventare il migliore. In effetti il migliore lui lo è diventato. Tanti titoli nel suo palmarès, primi fra tutti i cinque palloni d’oro (2008, 2013, 2014, 2016 e 2017) e i successi con la nazionale portoghese.

Orgogliosissimo, ad ogni insulto o prese in giro rispondeva con durezza e violenza, concludeva sempre le sue liti con la fatidica frase “che lui sarebbe diventato il più grande“. Quando da bambino perdeva le partite piangeva, da qui il termine “piagnucolone” che gli era stato affibbiato e faceva sfuriate nello spogliatoio, tanto che un giorno l’allenatore Francisco Alfonso gli chiese di non presentarsi allo stadio nei giorni in cui si giocava contro il Marittimo, perché quelle partite sarebbero state perse e anche in malo modo, di certo con una goleada da parte del Marittimo.

Si racconta ancora che quando a 17 anni fu chiamato ad allenarsi con la prima squadra dello Sporting Lisbona,in cui giocava Paolo Bento e dove fece l’impossibile per mettersi in mostra, entrando duro e lottando su ogni pallone, pur di attirare l’attenzione dell’allenatore, ad un giocatore veterano che pare gli avesse detto “ vedi di calmarti ragazzino “ , Ronaldo, senza peli sulla lingua, si fermò e gli rispose:” voglio vedere se mi parlerai ancora così quando sarò il migliore al mondo” . Ancora, alla fine di un allenamento l’allenatore gli chiese di rimanere per riordinare lo spogliatoio. Ronaldo, gonfio di orgoglio, gli rispose: “sono un giocatore dello Sporting e non devo raccogliere niente da terra“.

Ha iniziato a giocare a sette anni per strada, poi sul campo del Funchal. A 12 anni viene venduto allo Sporting Lisbona per 12.000 € diventando il ragazzino più pagato. Nel 2003 si trasferisce al Manchester United per 12,4 milioni di sterline, indossando però la maglia numero 28. Vince Champions League,Premier league e il Mondiale per club. Conquista la scarpa d’oro. Nel 2009 è ufficialmente un giocatore del Real Madrid per la modica cifra di 94 milioni di euro. Indosserà la maglia numero 7 che lo renderà celebre. Vince qui ancora due Champions league e diventa il primo giocatore a segnare per 10 partite consecutive.
A luglio 2018 si trasferisce in Italia alla Juventus con l’ingaggio di 100 milioni di euro. Il più oneroso, esoso della serie A. Qui vince due scudetti, due Super Coppe e una Coppa Italia. Oggi è ritornato al Manchester United.

Oltre all’aspetto calcistico sono da sottolineare anche le sue azioni umanitarie. Ha costruito scuole a Gaza, finanzia la Croce Rossa, ha donato 70 mila euro ad una famiglia per curare il figlio e queste sono solo alcune delle sue opere umanitarie.

Quella di Ronaldo resta la più grande dimostrazione di caparbietà e costanza nella vita. Un esempio per i tanti giovani a non abbattersi ma credere sempre in se stessi e nei loro sogni. Nella vita tutto è possibile.

Francesca Tripaldelli

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