Editoriale: “Questo è un altro gioco” da “il caffè del Professore”

Editoriale: “Questo è un altro gioco” da “il caffè del Professore”

Il caffè del Professore – È davvero mortificante quanto si è visto ieri sera. Non è questo il modo a cui si gioca al calcio. Il rammarico non nasce solo dal rigore causato da Manolas all’ultimo istante, abbiamo restituito il regalo avuto poco prima sul banale atterramento subito da Di Lorenzo, la partita non si è vinta, prima ancora di giocarla, perché non è stata preparata bene.

Sono giorni che acclamiamo il rientro dei tanti infortunati che poi in campo non sono pronti perché non recuperati adeguatamente. Demme, osannato come il salvatore della patria, ieri non si reggeva in piedi , non è riuscito mai ad entrare nelle linee di passaggio ne’ in fase propositiva ne’ in quella interditiva, nessun filtro, coadiuvato dal sempre impalpabile e irritante Fabian. Scellerati i soliti Hysaj e Maksimovic i cui errori sono difficili anche da commentare, illudiamoci che il tutto non sia assolutamente legato al loro imminente svincolo.

Ma la colpa più grossa è di chi continua a schierarli non rispettando la nostra passione e calpestando i nostri sentimenti. Non è comprensibile assistere a quanto hanno inciso negativamente i due difensori. Sempre più misterioso il motivo del mancato inserimento dall’inizio del prodigo Ghoulam, ci continuano a raccontare tante favole sull’algerino come quella che riesce a correre lungo la fascia ma non nei rientri quando il ginocchio deve sterzare, quasi che fosse saltata l’equilibratura di una formula uno. Ma come detto , sono favolette dove il lupo cattivo veste i panni di un giovane allenatore venuto dalla vicina Calabria passando per la più lontana Lombardia. Il nostro si è reso protagonista dell’ennesima stecca, gara preparata in modo approssimativo con il solito approccio sotto tono e non è assolutamente un caso. Preferisce cominciare sistematicamente la partita in attesa, lasciamo campo agli avversari consapevoli che quando veniamo presi in velocità ci travolgono, ma questo lo sappiamo tutti tranne Gattuso. Giochiamo sempre in orizzontale prestandoci alle ripartenze ma non riusciamo mai ad alzare il ritmo, le mezzali non vengono mai coinvolte nel vivo della manovra, Mertens mai cercato e sempre a guardare dal lato del compagno Meret.
E’ il coraggio della paura dove ognuno è per se e Dio per tutti.

Il gioco di squadra e’ invece un’altra cosa, l’ allenatore non ci ha dato nessuna certezza sui fondamentali ma solo confusione. Non c’è organizzazione in nessuna delle due fasi, crediamo di proporre un pressing alto ma in modo approssimato è fatto solo dai singoli e non è corale, difendiamo male senza nessuna comunicazione neanche verbale tra i reparti. Anche sui calci piazzati non ci sono letture di gioco. L’ armata Brancaleone sarebbe stata di più sul pezzo. Si è sostituito un esterefatto Mertens con Elmas a cui mancava di fare solo il centravanti ( dopo il terzino sinistro) , Gattuso ci ha regalato anche questa emozione.

La fortuna ci aveva permesso di rimanere in partita quando i legni si sono opposti alle conclusioni degli emiliani laddove la nostra resistenza si era ridotta ormai all’ arma bianca, e ci aveva dato anche la possibilità di vincerla ma siamo riusciti a far prevalere la nostra immensa idiozia. Unica nota stonata , paradossalmente, in questo totale marasma, è stata la prestazione del capitano, il piccolo Insigne, che invece è il più grande di tutti, l’ unico a rompere le briglie caotiche artatamente legate a doppio giro dal tecnico il cui unico merito è ora quello di avere la fortuna di non esserci nessuno che ha voglia di sostituirlo in questo ultimi tre mesi di martirio. Il capitano ha giocato da solo , ha cantato e portato la croce nel deserto degli spazi non coperti da nessuno. Sentiremo ancora che la qualificazione champions è possibile , che è a pochi punti, che dobbiamo recuperare una partita, sono solo inutili illusioni , arrivare tra le prime quattro è un traguardo pressoché impossibile da raggiungere e francamente non lo meritiamo.

Questa squadra va rifondata negli uomini e nel loro spirito, stiamo inseguendo delle chimere che ad una ad una si sono dissolte prima nel freddo inverno ed ora nei primi albori di primavera. E che nessuno ci venga a dire il contrario , e’ fin troppo chiaro quello che vediamo e che non possiamo più tollerare, ” ci vorrebbe un amico per dimenticare tutto il male” , un amico che ci ridia certezze ed entusiasmo per solcare il mare che non è più azzurro ma sempre più torvo .
Ma , in realtà, siamo sempre e solo aspettando Godot!

Questo non è più calcio, non è più quello che ci piace, ne è stata snaturata la sua essenza fatte di poche cose essenziali ma giuste, siamo solo 11 solisti che non hanno uno spartito guidati da un direttore d’ orchestra senza la bacchetta, ci annoiamo ma siamo lì inermi a subire il nostro irrimediabile destino . Non ci piace, giocare a calcio è decisamente un’ altra cosa.


Giovanni Pisano

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