“Football is coming Home” storia d’amore tra l’Inghilterra e il calcio

“Football is coming Home” storia d’amore tra l’Inghilterra e il calcio

“It’s coming home”, è il ritornello che viene cantato da ogni tifoso inglese durante una partita della nazionale dei Tre Leoni. Sin dalla prima giornata dell’Europeo, questo coro è stato intonato nelle tribune gremite di Wembley, ed ha accompagnato tutto il percorso dei ragazzi di Southgate. Questa passione travolgente dei supporter inglesi ha origini che risalgono alle generazioni passate, e stanno riemergendo prepotentemente in questa edizione del campionato europeo. Dunque, nelle prossime righe analizzeremo nel dettaglio la passione dei tifosi britannici, che da sempre si professano ideatori del calcio.

Le origini dello sport più amato al mondo

Le origini del football risalgono intorno alla fine dell’ottocento, precisamente nel 1863, in Inghilterra. Un ulteriore passo importante verso il professionismo fu compiuto nel 1897, quando venne istituita a Londra la prima associazione di giocatori britannici, che si sarebbe trasformata poi nella potente PFA, acronimo di Professional footballer’s association. Con la nascita della federazione inglese, furono stabilite varie regole con lo scopo di mettere ordine e portare lealtà tra i giocatori. Per impedire che alcuni giocatori si trovassero lontano dalla palla, fu introdotta la regola del “fuorigioco” che risulterà determinante per l’evoluzione del gioco: erano in posizione irregolare tutti coloro che si trovavano davanti alla linea della palla in tutto il campo. Nel 1886 questa regola fu modificata ulteriormente: il giocatore si trovava in posizione regolare, quando aveva almeno tre giocatori tra lui e la porta avversaria su tutto il campo. Questa modifica venne attuata poiché portò alla nascita della tattica calcistica, che coincide con il primo tentativo di organizzazione di un gioco di squadra per sfruttare il movimento degli attaccanti. Infatti, l’introduzione di questa regola portò alla nascita di vari “sistemi” di gioco, caratterizzati dalla disposizione dei giocatori sul campo e dai compiti a loro assegnati. Nel 1904, grazie ai rappresentanti di sette diverse Associazioni nazionali (Francia, Belgio, Olanda, Svizzera, Danimarca, Svezia e Spagna), nasce a Parigi la FIFA “Federation Internazionale de Football Association”, cioè la più importante lega calcistica esistente al mondo. Con la costituzione di questa federazione si voleva rendere unico il calcio, attraverso lo stesso regolamento. La stessa F.I.F.A. diventa l’unico ente in grado di modificare le regole di gioco, dando notevole credibilità ed impulso alla crescita del calcio.Dalla data di nascita della FIFA, fu possibile organizzare partite tra squadre e rappresentative di Nazioni diverse. Si giocarono da prima solo partite amichevoli, poi competizioni di grande interesse, con pubblico e sponsor a seguire, giungendo agli attuali campionati Mondiali, che si giocano ogni quattro anni.Attualmente la FIFA ha in ogni continente una diversa appendice che regola i campionati continentali per Nazioni e per club. Per l’Europa, l’organizzazione con sede a Nyon in Svizzera è l’U.E.F.A.Nel corso del secolo si è avuta un’evoluzione nel mondo del calcio, fino ad arrivare ad Euro 2020, il primo torneo che è disputato in tutta Europa.

La nascita del brano: “It’s coming home”

“It’s coming home”, è il nome che ha assunto ma il titolo originale del brano che sta unendo i tifosi dell’Inghilterra, nella speranza che il calcio “torni davvero a casa” (questo il significato di “It’s coming home”), è “Three Lions”. Testo e musica sono stati scritti nel 1996, l’anno in cui l’Inghilterra ospitò proprio gli Europei, la prima volta nell’isola di una grande manifestazione per Nazionali dal Mondiale del 1966, l’unico vinto dagli inglesi, in finale contro l’allora Germania Ovest per 4-2. La storia calcistica inglese, però, è ricca di momenti indimenticabili, legati soprattutto allo spirito mostrato in campo. E la canzone “Three Lions” ne ricorda parecchi. C’è il “tackle by Moore”, che immortala la tipica azione difensiva di Bobby Moore, il capitano dell’Inghilterra mondiale del 1966. Oppure, sempre con riferimento a quell’edizione del torneo, “Nobby dancing”, un omaggio a Nobby Stiles, mediano dell’Inghilterra. E, ancora, “England have done it, in the last minute of extra time”, una frase che porta alla memoria la rete segnata contro il Belgio nei minuti conclusivi degli ottavi di finale a Italia ’90 da David Platt, quel gol all’ultimo respiro permise alla Nazionale targata Bobby Robson di assicurarsi un posto nei quarti e di continuare a coltivare il sogno di centrare la finale. Dunque, la passione mostrata dai supporters britannici è impressa negli annali della storia della nazionale, nonostante i pochi successi raggiunti.

Il sogno targato EURO 2020

La nazionale guidata da Southgate è arrivata a quest’Europeo con un gruppo composto da molti giovani, ma con un bagaglio personale ricco di esperienza. Infatti, le stelle dell’Inghilterra, nonostante la giovane età, militano nei top club di Premier ed Europa. Dopo aver superato agevolmente la fase a gironi, disputando tutti i match in casa, ha annientato Germania ed Ucraina, senza subire un goal. Dunque, la forza di questa nazionale sta nel supporto ricevuto dai propri tifosi, che potrà essere fondamentale per la conquista del titolo. Sulla strada verso la finale di Wembley, quest’oggi ci sarà la Danimarca, che sogna di regalare una vittoria allo sfortunato Eriksen. L’Inghilterra, dalla sua parte, avrà 60 mila spettattori che in quel di Londra, canteranno ancora una volta: “Football is coming home”.

Pasquale Palmieri

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