Il caffè del Professore di Salvatore Sabella

Il caffè del Professore di Salvatore Sabella

Foto:Instagram Napoli


Il caffè del Professore di Salvatore Sabella – C’era nell’aria calda che spirava sul Maradona la percezione che sarebbe stata una partita difficile per un recente passato che ancora pesa sulle nostre sorti sportive.
Tanta gente sugli spalti, gli ultras della curva A a liberare finalmente il loro canto di passione, eppure le sensazioni, che solo un appassionato tifoso può sentire, non erano buone.

Ci sarebbe voluto l’odore del mare per trasformare la nostra rabbia in amore, ma il campo ha confermato i dubbi che sono divenuti subito certezze amare.

Travolto Rui sulla sinistra, l’ottimo Barak ha confezionato un presente che il cholito, con troppa facilità, ha messo in rete.

Non si comprende come il Verona stia diventando il nostro incubo calcistico, sentiamo questa partita oltre misura e trasmettiamo ai nostri ragazzi tutti i nostri timori.
Fortuna che Di Lorenzo ha trovato subito il pareggio in una delle poche azioni tambureggianti degli azzurri.

Abbiamo concesso troppo campo agli Scaligeri, perché la difesa ha giocato troppo bassa obbligando i centrocampisti a dover rincorrere sempre gli avversari, che con troppa libertà arrivavano facilmente al limite della nostra area .

È mancato e tanto Koulibaly, maestro nell’anticipo e nell’alzare la linea difensiva fino al centrocampo, permettendo così ai centrocampisti di accorciare i tempi delle giocate e di pressare in maniera costruttiva. Ieri, istintivamente, i due centrali, che hanno giocato comunque una buona partita, tendevano a rimanere troppo bassi mal supportando la mediana, andata spesso in affanno al cospetto di una manovra organizzata e compatta preparata dall’ottimo Tudor.

La ripresa, che spesso ci ha visto rinascere dalle nostre ceneri come l’araba fenice, questa volta non ci ha arriso e quel fuoco che avrebbe dovuto divampare dalle nostre giocate, si è spento lentamente in un fraseggio confuso e senza quella pulizia tecnica che spesso rende irresistibili i nostri attaccanti, poco cercati e sempre spalle alla porta.

Il ghepardo nigeriano mai servito in profondità. Bella solo la sua conclusione nel primo tempo finita sul palo.

Questa volta Spalletti con i cambi non è riuscito a capovolgere la sortita, troppo tardi l’ingresso di Mertens, incomprensibile quello di Petagna a tempo praticamente scaduto, forse Demme meritava una possibilità in un centrocampo che ieri ha filtrato poco e costruito quasi nulla.

A vederla dopo, quasi va bene aver preso un punto perché una vecchia legge del campo dice che quando non puoi vincerla almeno devi pareggiarla.

Nessun dramma, ma solo consapevolezza che è difficile sempre e comunque e che continuiamo a venire arbitrati da direttori di gara mediocri, rei di perdere completamente il controllo della partita, troppo plateali, di permettere continue interruzioni, non concedere un sacrosanto recupero finale, commettendo l’ ennesimo errore di gestione.
Ma questo copione noi lo conosciamo e bene e sicuramente non è un alibi, come in conferenza del dopo gara ha ribadito anche il buon Spalletti che non ha potuto dire che in fondo ieri si è visto un Napoli poco più che mediocre.

Sapevamo che poteva succedere, dispiace che la stecca sia venuta proprio contro i veneti che continuano a segnare il nostro destino calcistico.
Ieri, per la prima volta, Spalletti e i suoi pretoriani, sul campo hanno fallito la strategia, ci sarà tempo e modo di riscattarsi, il treno dei desideri è pronto a ripartire, ci siamo sopra farci scendere sarà difficile, in fondo ieri è mancato solo l’ odore del mare e ci è rimasta solo la rabbia.


Salvatore Sabella

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