Il caffè del Professore di Salvatore Sabella
Il caffè del Professore di Salvatore Sabella
IL PROFESSORE – È arrivata la prima spallata forte al campionato.
Espugnare il Meazza è sempre difficile e farlo soffrendo, ma con autorità, è ancora più bello ed entusiasmante
Abbiamo saputo subire l’ avversario, siamo rimasti sempre concentrati, ci siamo imposti quando è stato il momento, siamo stati fortunati perché audaci.
Un primo tempo di esclusivo contenimento, il Milan ci ha surclassato fisicamente a centrocampo, ci hanno pressato e chiuse tutte le linee di passaggio, ci siamo difesi con ordine e trovato finalmente un infinito Meret, padrone della sua area.
Monumentali Rahmani e Kim, splendide le diagonali di chiusura di Rui.
Nel primo tempo ci siamo affidati in attacco solo agli strappi di Kvaratskhelia, per fermarlo gli estremi rossoneri hanno rimediato 2 gialli poi determinanti nell’ economia del match, mai supportato da Raspadori schierato da centravanti con il risultato di escluderlo dal gioco così perdendo la squadra in profondità e in presenza.
Questo è il primo appunto da fare a Spalletti, alla vigilia aveva chiarito quale fossero le caratteristiche di Raspadori , in campo poi gli affida altri compiti.
In sostanza abbiamo regalato un uomo nei primi 45 minuti.
Nella ripresa siamo partiti con altro piglio e con personalità, abbiamo conquistato campo sotto la spinta dell’ immenso Lobotka che ha catalizzato il gioco sia in costruzione che in rottura, con Anguissa hanno creato una Maginot insuperabile.
Rui ha letteralmente chiuso ogni varco sulla corsia mancina , siamo cresciuti fisicamente e nel palleggio e sulla solita sgroppata della volpe georgiana , abbiamo conquistato un giusto rigore , poi trasformato non impeccabilmente da Politano.
Finalmente nelle nostre giocate c’era il coraggio mancato nella prima frazione, dopo il vantaggio eravamo padroni del campo ma la scellerata sostituzione dell’ acciaccato Politano con l’ acerbo Zerbin ha stravolto gli equilibri appena ritrovati.
Sulla corsia di destra si è aperta una voragine dove lo straripante Theo Hernandez subito ha propiziato il pareggio dei rossoneri.
Sorge il secondo appunto da fare al tecnico partenopeo: in una gara così delicata ed importante perché rischiare Zerbin, un calciatore non abituato a queste platee ?
È stato un grave errore di presunzione,
sarebbe stato più logico e semplice mettere l’ eclettico Elmas, o Lozano per non abbassare il baricentro, visto che l’ unica fonte di gioco dei rossoneri era il solo fortissimo esterno francese.
Forse la lontananza dal campo dovuta alla solita squalifica del nostro Luciano, ha impedito la giusta comunicazione. E’ solo una favola a cui ci piace credere.
È stata una scelta che ci poteva costare tantissimo.
Ma, come sempre, è poi l’episodio che determina l’ evento, come la splendida girata di testa, su un arcobaleno di Rui, del cholito Simeone, gol da centravanti vero , che sente la porta e che soprattutto la trova con colpi imparabili.
Siamo stati bravi poi a contenere l’ ultimo disperato ritorno milanista che ha trovato sulla sua strada prima la nostra fortuna celata dietro la traversa e poi la forza di Kim con un intervento mostruoso per tempestività e sontuoso per eleganza nell’ allungare la gamba su una conclusione di testa potenzialmente devastante.
È stata una vittoria soffertissima, forse troppo, contro il migliore avversario incontrato e che ritroveremo certamente sul nostro incedere.
Il Milan è una squadra che gioca al calcio, come il Napoli, non specula sul risultato, gioca per dare spettacolo come gli azzurri e ieri il risultato non ha premiato solo noi ma tutti i cultori di questo sport.
Serata bellissima, importante ma non ancora determinante.
Ci ritroviamo meritatamente in testa con la sparagnina Atalanta, e poi la splendida Udinese figlia anch’essa della sola competenza.
Per il resto c’è il vuoto, solo parzialmente colmato da una troppo altalenante Lazio, poi una volubile Roma e le macerie dell’Inter e della Juventus.
Siamo ancora agli inizi ma i segnali sono già forti e chiari.
Ricordiamoci sempre che il calcio resta un’opinione che spesso rinnega se stessa e che la prossima sarà ancora una volta la decisiva, guai ai vinti e ai vincitori.
Con la sosta riordiniamo le idee, non solo calcistiche, ci tocca votare , si dice per il cambiamento ma, anche questa , è un’ opinione.
Foto: Instagram Napoli
Salvatore Sabella
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