Il caffè del Professore di Salvatore Sabella

Il caffè del Professore di Salvatore Sabella



CAFFE’ – Aiace Telamonio, era un mitico eroe greco nella guerra di Troia, nell’ Iliade di Omero, e considerato per valore secondo solo ad Achille.
Ieri sera la sua leggenda ha riavvolto il manto Maradoniano sotto una casacca di colore azzurro segnata dall’ effige con il numero 9.
Ha guidato la battaglia e col coraggio degli immensi ha portato a casa la più eroica delle sfide.

Victor Osimhen non è solo un grande centravanti ma è il calciatore più determinate del campionato.
Nel Maradona stracolmo ha trascinato l’ intero popolo azzurro alla vittoria, per i nostri valori , non Omerici, ma Partenopei, è secondo solo al grande Diego.

Si è battuto su ogni pallone, nelle pause di gioco arringava la folla, voleva combattere e soprattutto vincere.
Si è messo a capo dei suoi uomini ed ha asfaltato la vecchia Signora infliggendole una sconcertante umiliazione.

Ieri non c’è stata partita, il Napoli era troppo cattivo e determinato per accorgersi che di fronte non aveva il nulla.

Il vostro maturo Professore segue il calcio da mezzo secolo, debuttò sugli spalti del mitico San Paolo alla visione del suo Napoli nel lontano 1973 quando , con un ‘ emozione ancora viva, ricorda l’ uscita magica dalle scale sotto la gabbia dei distinti, proprie delle casacche azzurre e bianconere, in una allora apoteosi che ci vide prevalere per 2 a 0.
Da allora ne ha visti tanti di duelli con l’ acerrima rivale, ma di una Juventus ridotta così miseramente non ne ha memoria.

Presentarsi in questo modo , con questa mentalità, è stata per la Juventus una offesa alla sua storia e al suo blasone.
Gli azzurri li hanno martellati con un giro palla forte e veloce , impeto mostruoso e in alcuni tratti oltre la misura come sul gol di Di Maria, regalato per eccesso di foga .
Ma è una goccia nel mare azzurro .

Il ghepardo Nigeriano ieri non ha lasciato scampo agli annichiliti avversari sciorinando tutto il suo immenso repertorio fisico e tecnico.
Di opportunismo la prima marcatura di testa intuendo prima di tutti dove finiva la respinta dell’ estremo bianconero, di forza la seconda incornata vincente tra i centrali avversari cancellati dal suo prepotente inserimento, raccogliendo la splendida pennellata Raffaelliana di Kvaratskhelia a cui aveva già regalato il magnifico assist per il secondo gol azzurro.
Tutto fantastico ma incredibilmente semplice per lui in una serata che solo il tempo terminato ci ha negato il suo meraviglioso protrarsi.

Ritornato su ottimi livelli il capitano, sempre determinato e brillante Mario Rui, attento Kim, peccato per qualche errore banale di troppo di Rrahmani che poi ha avuto il merito di chiudere l’ incontro con la terza rete prepotente e di pregievolissima fattura.
In crescendo la prestazione della volpe Georgiana, nel primo tempo ha giocato a tratti anche se decisivi come per la rete del doppio vantaggio, nella ripresa è stato poi travolgente ed incontenibile.

Inesauribili gli uomini del centrocampo, Lobotka, il trottolino di tungsteno ha calamitato decine di palloni, Anguissa ha corso per tutti fino alla fine.

La sensazione di ieri è stata di una partita preparata ” alla morte” , come per cancellare la scialba, per determinazione, sconfitta di Milano. Spalletti avrà sentito le critiche, se ne assunto la responsabilità e ieri si è riscattato sul campo.

La sua cultura tattica è illuminante, conosce e insegna calcio, è un uomo che evolve continuamente il suo credo ed affina la sua filosofia calcistica, ieri ha dato una lezione di calcio al suo ( nemico) Allegri che invece è rimasto al tempo che fu.
L’ unico neo del grandissimo Luciano è il suo carattere troppo rancoroso, ieri a fine partita ha rincorso Allegri con la mano protesa per porgli un saluto dal sapore non amichevole.
Doveva rispondere alle provocazioni avute nel pre partita , lo ha fatto alla sua solita maniera.

Come sempre la prossima è decisiva , ci aspetta l’Arechi di Salerno in un clima che definire ostile è un eufemismo, sarà un’ altra battaglia da vincere soprattutto con la lungimiranza dei più forti.

Abbiamo ritrovato il nostro Napoli, ci ha convinto anche la direzione di gara dell’ arbitro, permessivo il giusto, ha lasciato spazio al sano agonismo.

Abbiamo stravinto rimanendo noi stessi, con la nostra cultura sportiva, vincere imponendo il gioco, in fondo è la filosofia di questo affascinante sport.

Godiamoci l’ estasi del momento, il cammino è ancora lungo e impervio per noi ma anche (soprattutto) per i nostri rivali , siamo alla metà del poema che la storia dice finisca sempre con il compimento della missione da parte degli eroi.
Andiamo, insieme a tutte quelle luci accese ieri allo stadio quando, un ‘ unica scia di bagliori ed emozioni ha dato i connotati di leggenda ad una serata che rimarrà unica, a riscrivere la storia.

Foto copertina: profilo Instagram officialsscnapoli


Salvatore Sabella

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