Il caffè del Professore di Salvatore Sabella


La follia diventa, in alcuni momenti, l’ unica forma della lucidità e la sua mancanza è un limite che si supera solo con l’ esperienza.
Siamo una realtà troppo giovane e non abituata alla vittoria del titolo, abbiamo una storia di antica tradizione ma non di successi e l’ ansia della prestazione ci ha fatto tremare le gambe e la mente ha perso il senno e non basta essere i più forti per vincere. Napoli ha sommerso il suo Napoli sotto un abbraccio asfissiante che gli ha tolto la leggerezza dell’ essere e ha reso insormontabile la scalata con
le gambe in ” croce” e le tossine a togliere il respiro .

Il sogno è solo rimandato, forse a questi ragazzi e al suo tecnico è stato chiesto troppo in questo momento. Sarebbe bastato poco per vincere il derby campano ma l’ idea di calcio degli azzurri, fondata sui concetti e non sui moduli, che provano sempre e comunque a vincere giocando bene, è un dogma che andava sconfessato sul campo quando , dopo il vantaggio, la partita andava congelata e in qualunque modo bisognava portare il risultato a casa.

Ci ha provato Spalletti che, per la prima volta, ha rinnegato il suo magistero sostituendo un uomo di spinta come Olivera con un difensore centrale come Jesus , ma la mossa della prudenza è stato il suo suicidio sportivo perché proprio la mancata uscita dalla linea difensiva del brasiliano ha permesso a Dia la sua bella conclusione vincente.

In un solo istante si è provato a cambiare tutto senza ottenere nulla. Era un credo messo in discussione ma
non è nelle nostre corde sapere amministrare il risultato, ed è sicuramente un limite.

Da diverse partite, soprattutto al Maradona, facciamo fatica a costruire gioco, il giro palla è troppo lento e Kvaratskhelia è sempre lasciato al suo destino, andando a sbattere sistematicamente sui raddoppi degli avversari senza che mai l’ abulico Zielinski provi a garantire scarichi adeguati alle continue serpentine della volpe Georgiana.
Davvero sconcertante la prova del polacco, mai entrato in partita.

Sono problemi che si ripetono e se il tecnico non ha trovato rimedi e’ perché, forse, non sarà possibile.
Non si poteva pretendere di andare sempre a mille per tutta la stagione.
Non è bastata neanche la solita battaglia combattuta contro tutto e tutti dal ritrovato Osimhen, poco cercato dai compagni .

Anche nelle dichiarazioni del dopo gara Spalletti ha riconosciuto che non c’è qualità nelle giocate ne’ lucidità.

C’è rammarico perché si è rinviata una festa che già apparteneva alla nostra storia, ne gustavamo il sapore che sa di antico , figlio di un calcio programmato e pulito nei modi di fare, ma ci è mancato l’ ultimo guizzo, quel maledetto
braccino corto che impedisce la giocata vincente.

Forse esageriamo perché volevamo stravincere il campionato, basterà comunque un pareggio nella prossima per avere la matematica certezza, addirittura la mancata vittoria della Lazio contro il Sassuolo ci assegnerebbe il titolo senza neanche giocare e ci consegnerebbe quello scudetto in quello stesso albergo dove la leggenda dice che lo abbiamo perso nel 2018.

Bisogna solo aspettare, senza polemiche, come quelle che hanno accompagnato la partita di ieri sul perché si sia posticipata, lo hanno imposto le istituzioni , come sempre si è strumentalizzato il tutto, doveva essere una festa e lo è stato, merito alla Salernitana che si è battuta con onore , meno ai suoi tifosi che hanno festeggiato non il loro risultato positivo ma l’ aver rimandato il nostro titolo, provare invidia significa riconoscerne la superiorità.

Anche questa è un’ altra storia.

La prossima è decisamente la decisiva, affrontiamola liberi di raccogliere quello che meritiamo senza troppi calcoli, le idee migliori non vengono necessariamente dalla ragione ma anche da una visionaria follia .

Sarà lo scudetto, non di rivalsa ma solo di merito imprenditoriale e sportivo, che inizia e finisce in un rettangolo di gioco, il resto lo consegniamo a chi crede di poterlo asservire, la nostra eccellenza la viviamo tutti i giorni.

Cantate ” comm’ è bell, comm’ è bell a città e Pulecenella” , per noi Napoletani è un orgoglio, la mortificazione è per chi ci vede altro.

Foto Copertina: profilo Instagram officialsscnapoli

Salvatore Sabella

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