Il caffè del professore di Salvatore Sabella


È cambiato l’ordine dei fattori ma non il risultato. È il Napoli di Mazzarri ma si è rivisto l’ incedere inconsistente delle passate orde Garciane, una squadra che gioca a tratti , con una difesa tecnicamente mediocre per dare un contributo al sistema di gioco, che crolla atleticamente nella ripresa.

Forse è il momento di provare a liberare il soldatino Mazzarri, troppo votato, ruffianamente, alla causa del 4 3 3 che , in questo momento, non è sopportabile dai suoi interpreti.

Caro Presidente, non ricomettere l’errore di asfissiare con la tua inutile ed ingombrante presenza il lavoro del tecnico, come hai fatto con Garcia.
Per ridare un senso alla stagione, bisogna ricominciare daccapo, forse questa è una follia ma è la nostra unica ed ultima spiaggia.

Il Napoli della ripresa è una squadra alla deriva , in totale confusione, su tutti Meret, eloquenti quanto disarmanti i suoi disimpegni scaraventati in tribuna in maniera preoccupante.

Non farlo giocare ieri si è detto che poteva bruciarlo psicologicamente , dopo una prestazione del genere non osiamo immaginare quali saranno le conseguenze.

Certamente è un momento dove gira tutto storto, per il solito infortunio muscolare si è perso l’ ennesimo difensore di fascia e proporre Natan come esterno basso di sinistra è stata una scelta obbligata .
Il brasiliano ha corsa e visione di gioco ma non sa marcare ed ancora deve entrare nelle interpretazioni del calcio italiano che inpongono una applicazione preventiva, bisogna capire prima dove l’ avversario andrà a giocare, invece il Carioca si perde nella terra di nessuno.

Ma è tutta la fase difensiva ed i suoi interpreti che rendono il reparto sconcertate per questi livelli.
Ostigard gioca , a palla coperta, sistematicamente dietro la linea del centrocampo, riproponendo il ruolo del libero di un calcio che non esiste più .
Questo sottrae un uomo alla costruzione e allunga i reparti e non crea quella necessaria densità a centrocampo che servirebbe ad imbrigliare la manovra avversaria che invece ha trovato vita facile perché sempre in superiorità numerica.

Erano problemi mai risolti con la passata guida tecnica e che sono riesplosi ieri in tutto il loro avvilente splendore.

Non si sono riviste le catene, a sinistra pochi spunti di Kvaratskhelia sistematicamente raddoppiato, a destra qualcosa in più anche se il capitano, tropo avanzato e mai coperto, ha concesso molto in fase difensiva.

Il calcio poi , nella sua semplicità, è fatto da episodi , i nostri tutti sfavorevoli come la traversa di Politano, i salvataggi dell’ ottimo e fortunato estremo avversario, i falli netti non fischiati a Lobotka che ci è costato il vantaggio interista, gol incredibile per bellezza ma sicuramente non ripetibile, e il rigore su Osimhen , per finire poi sulla assurda carambola che ha contribuito in maniera determinante al raddoppio nerazzurro.

Insomma tutto e il contrario di tutto ma niente di occasionalmente favorevole . È un’ annata storta nata sotto la cattiva stella del suo profeta che , da solo, ha sfasciato un lavoro di anni che era culminato nel giusto trionfo del titolo , e che ora dovrà ricostruire nuovamente perché al momento ci sono solo macerie.

Mancano anche gli spunti individuali, quelli che possono decidere la sortita. Solo a tratti la volpe Georgiana ha sprigionato il suo talento , generoso ma poco lucido Osimhen.

Si è rivisto ieri il Napoli che dall’ inizio dell’ anno ha destato solo dubbi e pochissime certezze, una squadra che non ha né forza né coraggio, nella ripresa aveva paura di correre e di battersi, e non siano i torti arbitrali un alibi, il Napoli ha abdicato , ha perso il suo titolo senza neanche provare a difenderlo.

C’era un prezzo da pagare per la supponenza e la precarietà di una gestione che ora va nuovamente rifondata , il tanto decantato calcio sostenibile è, e deve essere , un vanto , ma non pagando il prezzo della presunzione e dell’ arroganza.

Come sempre le prossime sono decisive, all’ Immacolata faremo visita alla Juventus, la regina del non gioco che però vince, che la Madonna ci accompagni . Poi ci giocheremo quel che resta del nostro orgoglio col Braga in Champions, il dentro o fuori decisivo. Questo è quanto, è davvero poco e non ci basta.

Possiamo sperare nel mercato di riparazione di Gennaio, ci serve come il pane un vero difensore centrale, un uomo forte e già pronto, ma alla letterina che abbiamo scritto a babbo natale, ci sarà risposto che a gennaio i giocatori forti non li vendono e quelli da prendere non sono da Napoli.
Faremo finta di credere alla solita bugia perché, diremo a babbo natale, che con i soldi veri da spendere si può comprare chiunque, è senza che non si cantano messe.

Foto copertina: profilo Instagram officialsscnapoli

Salvatore Sabella

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