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Il caffè del professore Salvatore Sabella

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Il caffè del professore Salvatore Sabella

Il caffè del professore Salvatore Sabella – Finalmente si riparte e buona è stata la prima. Ci voleva per non turbare la tranquillità di una squadra che sembra camminare sugli specchi tra mille voci su chi va e chi viene.

Eppure ieri la gara si era messa in salita a causa della giusta espulsione di Osimehn, ancora una volta sopraffatto dal suo istinto primordiale e dall’ uscita prematura di Zielisky per infortunio, anche se il polacco non era ancora entrato in partita.
I due episodi hanno segnato il primo tempo che stancamente si è concluso in una confusione tattica che non presagiva nulla di buono nella ripresa
al cospetto di un Venezia volenteroso e nulla più, con tanti elementi noti solo al suo allenatore.

In verità il Napoli si era già perso in 11, incapace di sviluppare una manovra fluida dove i pochi pericoli creati ai lagunari erano venuti dalla straripante fisicità del ghepardo nigeriano bravo a pressare il mediocre portiere avversario, in un diagonale al lato di Di Lorenzo a conclusione di una mischia in area, e il solito arcobaleno del capitano bravo ad imbeccare l’ inserimento di Politano , in uno schema di sarriana memoria.
Decisamente troppo poco.

La ripresa era partita sulla falsa riga iniziale con tante pause di gioco favorite anche da un arbitro apparso mediocre nella gestione della gara. Partita storta da giocare non più con il fioretto ma con la clava.

Quello che era stato uno dei principali limiti del Napoli della scorsa stagione, troppo ancorato a schemi e manovre che spesso il campo stravolge , ebbene ieri, finalmente, si è vista una squadra adeguarsi al cospetto della disputa lasciando nel cassetto tutti i dettami e i relativi buoni propositi.
Ha ” sparigliato” anche grazie al subentrato Elmas che , con una capigliatura alla Cavani, ha cominciato a ” strappare”, inseguendo tutto e tutti, in un lavoro tanto sporco quanto proficuo e , sulla scia del macedone , hanno continuato i terzini prima e i fantasisti poi a darci dentro prima di quantità, portando a casa due rigori, e poi di qualità propiziando il raddoppio .
Finalmente, saper gettare il cuore oltre l’ ostacolo è, forse, lo schema migliore che il navigato Spalletti ha saputo infondere ai suoi uomini.

Attenzione però, si è affrontata una squadra modestissima tecnicamente dove non sono mancate le note negative, su tutte uno spento e inconcludente Fabian, un mediocre o poco più Lobotka a cui , affidare la mediana, appare davvero parva materia, e il già citato e troppo istintivo Osimehn.

Di estremamente positive sono state invece le certezze della vecchia guardia , su tutti un sontuoso Koulibaly e il piccolo grande capitano, divenuto ormai il trascinatore dei suoi.

Bella vittoria perché tanto ed anche troppo sofferta , guai però se non fosse arrivata.
Ma torniamo a noi, non dimentichiamo che siamo nella volata finale di un calcio mercato che finora ci ha visti illustri non pervenuti e se questo è una lode sulle vendite, è una nefandezza per gli acquisti.
Abbiamo una rosa forte ma incompleta, urge un metodista che sappia rompere e costruire, occorre un esterno basso a sinistra divenuto ormai una profezia che si perpetua negli anni da quando la macumba ha colpito il povero Ghoulam.

La nostra sensazione, speriamo non certezza, è che non arrivi nessuno o forse calciatori non di prima fascia, insomma gente che probabilmente non serve, ed è un peccato perché con le giuste idee arricchite dalla competenza e dalla tempestività, questa squadra può dire la sua in ogni competizione.

La bravura si dimostra nelle difficoltà, nel saper gestire il poco a disposizione ma farlo fruttare al massimo, saper esplorare e valorizzare realtà ai più sconosciute, e non trincerarsi dietro un mortificante e immotivato immobilismo.

La crisi pandemica ha colpito tutto e tutti i settori, ma guai se diventa un alibi, i numeri contabili del calcio Napoli, per chi li sa leggere, dicono che non c’è un equilibrio economico ( problema superabile , sarebbe bastata la qualificazione alla champions), ma c’è un solido equilibrio patrimoniale ( attività maggiori delle passività e non ci sono debiti) che è la maggiore virtù economico finanziaria per qualsiasi impresa.
Questo per ribadire che ci sono le risorse per investire in quelle pedine mancanti , giovani e di talento, che completerebbero un organico e garantirebbero il presente per competere e il futuro per provare a vincere.

E, non ci venga a dire, l’ ottimo Spalletti , una volpe della comunicazione, che va bene così e che nei ruoli mancanti può adattare 4/5 giocatori perché questo è il preludio al pressapochismo e lui lo sa ma da buon aziendalista non può dirlo ma almeno eviti di rendere pubblica quella che è poi una puerile bugia.
Ci vogliono idee buone e nuove, sondare gli svincolati può portare soluzioni interessanti ma andava fatto ad inizio ritiro per dargli modo di realizzare l’ intera preparazione ed essere subito pronti e affiatati coi nuovi compagni, farlo ora invece significa prendere calciatori che saranno pronti fra un mese o più.
Si persevera in errori strategici figli della improvvisazione.

Chiudiamo con una chiosa che ci ha colpiti enormemente: la scomposta e genuina esultanza del Presidente dopo le marcature.
Sa che questo è il campionato più delicato , finanziariamente parlando, della sua gestione. Si gioca il tutto per tutto, un’ altra annata fallita significa il non ritorno, lo sa ma ha scelto la strategia peggiore per combattere la battaglia: l’ attesa che è poi la stessa che adottano i suoi rivali, alla fine ci saranno vincitori e vinti.
Noi saremo spettatori non paganti , abbiamo espresso e preso la nostra posizione, peccato che non lo abbia ancora fatto il nostro Presidente.
Sempre e solo forza Napoli.


Salvatore Sabella

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