Il Calcio che ritorna e il destino degli abbonati

Dopo mesi di astinenza totale da quel fantastico sport chiamato “football” ci siamo, Venerdì 12 si ritorna a parlare di calcio giocato con la semifinale di ritorno di Coppa Italia tra Juventus-Milan.
Sembra quasi iniziare a vedere la luce infondo al tunnel verso una direzione chiamata “normalità” che andrebbe poi consacrarsi con il rientro del campionato previsto in data 20 Giugno.
Si è parlato tanto in questi 60 giorni, protocolli vari, interviste, algoritmi e classifica cristallizzata ma solo adesso abbiamo un quadro completo della situazione.
Si ricomincia e se dovesse risultare positivo un altro giocatore si andrebbe alla formula dei play-off e play-out tanto imposta da Gravina: tutto bello, anzi bellissimo, anche se a parer di tutti manca il “protagonista” di questo scenario, ovvero i tifosi.
Ecco, quest’oggi vorrei soffermarmi su quest’ultimi perché se nello scorso articolo vi ho parlato dell’ennesima iniziativa in Inghilterra a favore dei “supporters” quest’oggi vi parlerò dell’azione contraria fatta dai piani alti della nostra penisola.
Sono stati periodi difficili anche per il motore di quest’azienda, ovvero i “fans” poiché sono stati lasciati ad un loro destino con tante domande e zero risposte.
La stagione si è interrotta sul più bello e molti avevano biglietti validi per la partita che si sarebbe giocata la settimana dopo lo stop mentre altri avevano l’abbonamento casalingo per tutto il campionato.
“Cosa succede adesso”?
“Verremo rimborsati”?
Bene, adesso vi invito a fare un salto nel recente passato per vedere se sono stati menzionati anche solo una volta.
Nessuno ne ha parlato.
Si è discusso di tutto, del più e del meno, anche quali scarpe avrebbe indossato Cristiano Ronaldo durante la quarantena ma dei tifosi nessuna traccia.
Quest’oggi proverò a rispondervi alle numerose domande che occupano la mente di chi ha fatto sacrifici per aggiudicarsi quel ticket valevole per le 18 partite interne.
La prima notizia è che le questioni di questi giorni sono tutti presenti nella sottoscrizione degli abbonamenti nell’articolo 9 in cui si evince che qualora, per provvedimenti federali ovvero adottati da qualsiasi altra Autorità competente, ovvero a causa di eventi non imputabili alla SSCN ovvero al di fuori del ragionevole controllo della stessa, fosse disposto che una o più gare oggetto del presente
abbonamento vengano disputate in assenza di pubblico, resta espressamente inteso che nessuna responsabilità potrà essere ascritta alla SSCN al riguardo e che, pertanto, nessuna pretesa potrà essere avanzata dal Titolare nei confronti della SSCN medesima a titolo di indennizzo, risarcimento e/o a qualsivoglia altro titolo. Qualora, per qualsivoglia ragione, fosse decretato il rinvio e/o la sospensione della Partita, la SSCN si atterrà alle regole della Lega Nazionale Professionisti Serie A e della Federazione Italiana Giuoco Calcio, ovvero alle Determinazioni delle Autorità competenti, per regolamentare l’accesso ai possessori di abbonamenti, fermo restando il diritto dell’utente di usufruire dell’abbonamento già acquistato per assistere alla gara come originariamente programmata ovvero, in alternativa, al rimborso della quota parte del costo dell’abbonamento commisurata al singolo evento rinviato e/o sospeso. In particolare, in caso di sospensione della Partita dopo l’inizio del II tempo il Titolare non avrà diritto al riconoscimento della validità
del proprio titolo di accesso né al rimborso del prezzo in caso di successiva effettuazione della gara.
Prima brutta grande notizia che purtroppo non è l’unica perché si è parlato tanto della riapertura degli stadi con i tifosi distanziati tra loro.
Sarebbe un altro grande passo verso il “pallone vero” anche se questo favorirebbe altri si e altri no perché non ci sarebbe posto per tutti e l’entrata verrebbe garantita prima ai settori più dispendiosi.
È un’altra ennesima pagina orribile che andrebbe a macchiare ancora una volta il rapporto tra i spettatori e le società; queste ultime sanno la gravità della situazione e stanno iniziando a provvedere con iniziative a favore di una piccola parte del pubblico attraverso voucher o sconti che andrebbe comunque a punire chi a inizio anno ha sborsato una grande cifra per permettersi l’intero pacchetto casalingo.
In gioco sono entrati anche i difensori della giustizia ovvero gli avvocati come il sig.Emilio Coppola che ha rilasciato una sua intervista al Corriere dello Sport: “Abbiamo appreso che le società stanno preparando dei voucher per i propri abbonati e non sarebbero invece orientati a rimborsare le partite non godute. Secondo le leggi a tutela dei consumatori devono garantire doppia possibilità“.
Sono arrivati pareri e pensieri personali da tutti anche dallo studio legale internazionale degli avvocati di Osborne Clarke in una breve intervista rilasciata a “calcio e finanza” che vi riporteremo qui sotto.
“E’ il nostro Codice Civile a venire in soccorso. Nei rapporti contrattuali a prestazioni corrispettive, come quello che intercorre tra “organizzatore dell’evento” ed “utente/spettatore”, deve trovare applicazione il regime della ripetizione dell’indebito. E’ importante sottolineare che ogni pattuizione derogatoria contenuta nelle condizioni di abbonamento risulterebbe vessatoria ai sensi del nostro Codice del Consumo, che troverebbe applicazione in forza della natura di professionista (club) e consumatore (abbonato) ravvisabile nelle posizioni in gioco.
Sul punto, gli artt. 33 e 36 del Codice del Consumo, sanciscono la vessatorietà e nullità, per lo squilibrio a danno del consumatore, delle clausole “che hanno per effetto di escludere o limitare le azioni o i diritti del consumatore nei confronti del professionista o di altra parte in caso di inadempimento totale o parziale o di adempimento inesatto da parte del professionista”.
Il tema è ampiamente sdoganato nel nostro paese, prova ne sia il recente avvio, da parte dell’AGCM, di nove procedimenti istruttori in materia di clausole vessatorie nei confronti di alcune società di calcio di Serie A, al fine di valutare la possibile vessatorietà di alcune clausole contenute nelle condizioni generali di contratto relative all’acquisto dell’abbonamento annuale e del biglietto per la singola partita.
In particolare, tali clausole non riconoscerebbero il diritto dei consumatori (i) ad ottenere il rimborso di quota parte dell’abbonamento o del singolo titolo di accesso in caso in caso di chiusura dello Stadio o di parte dello stesso, o (ii) ad ottenere il rimborso del titolo di accesso per la singola gara in caso di rinvio dell’evento, sia per fatti imputabili alla società, sia quando tale circostanza prescinda dalla responsabilità di quest’ultima.
In precedenza, altre società del nostro campionato avevano evitato il procedimento istruttorio nei loro confronti modificando le condizioni generali di contratto a seguito di un’interlocuzione con l’Autorità”.
È una situazione difficile e intrinseca in cui molto probabilmente si andrà dinanzi ad un giudice per ottenere il rimborso, il Corona Virus è arrivando all’improvviso cogliendo impreparati anche i più ricchi.

Gennaro Del vecchio

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