IL CALCIO È MORTO, IL DENARO AL DI SOPRA DI SALUTE E PASSIONE

Calcio è sinonimo di amore, passione, vita. Molti lo definiscono un semplice sport , il cui obbiettivo è quello di segnare un goal in più dell’avversario al termine dei novanta minuti di gioco. Coloro che hanno dedicato le proprie giornate, settimane o in taluni casi la propria vita, gli attribuiscono però un valore totalmente diverso.  Questo “semplice sport “ non obbliga nessuno a sintonizzarsi con cadenza regolare alle varie pay tv per assistere alle partite, ne tanto meno a macinare chilometri per andare a supportare la  propria squadra del cuore, qualsiasi possa essere la distanza, 20 o 200 chilometri; probabilmente non si tratta di una delle tante discipline, bensì di un credo, una religione, un punto di riferimento. Il calcio accompagnerà coloro che lo seguiranno in tutta la crescita, dall’infanzia all’adolescenza sino a raggiungere la maturità. In alcuni casi però, bisogna farne a meno, in quanto vi sono in gioco questioni ben più importanti, quali la salute. Il Coronavirus da due mesi a questa parte ha conquistato tutto il mondo, alcuni paesi ( tra cui il nostro ) sono stati maggiormente colpiti, altri un po’ meno. L’errore è stato probabilmente quello di pensare direttamente alla cura e non alla prevenzione , questa decisione infatti, non ha giovato per nulla all’umanità, ne tanto meno alle fondamenta sulle quali regge quest’ultima: sanità ed economia su tutte. Altri ambiti, come quello sportivo appunto, solamente dopo l’incremento di dati negativi, tra cui contagi e decessi, hanno optato per la sospensione a tempo indeterminato di tutte le competizioni. La UEFA però, circa una settimana fa ha emanato un annuncio secondo il quale tutti i campionati nazionali debbano finire entro il due Agosto 2020, in modo tale da permettere il regolare svolgimento e la relativa conclusione delle competizioni internazionali. In caso contrario, dunque se qualcuno rifiutasse tale provvedimento, la Union of european football associations

tenderà a diminuire i crediti a tale Lega per quanto riguarda l’accesso ad Europa League e Champions League per svariati anni. Tutto ciò è abominevole e inaccettabile, non si può pensare infatti che il denaro possa essere valorizzato maggiormente rispetto a questioni di importanza primaria, come quella della salute. Il calcio moderno è ormai incentrato su di un business in qualche modo satanico, data la sua spregiudicatezza e menefreghismo. Questo sport non appartiene a nessuno, oggi più che mai gli amanti del calcio sono against modern football.

Renato Oliviero

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