Napoli-Lazio, Spalletti: “Si gioca sempre per vincere! Ai tifosi..”

Napoli-Lazio, Spalletti: “Si gioca sempre per vincere! Ai tifosi chiedo…”

Fonte: Twitter Official SSC Napoli

In vista della sfida di domani sera al Maradona tra Napoli-Lazio, mister Luciano Spalletti ha presentato la sfida in conferenza stampa:

Buongiorno Spalletti, la partita di domani rappresenta la fine di un’opera, per altri è un taglio netto con il passato. Qual è il suo punto di vista?

Ci portiamo dietro un modo di pensare al passato. Io e Sarri abbiamo una cosa in comune, ci piace andare in tuta. Ci piace comandare il gioco, il possesso palla ti fa decidere dove andare a giocare la partita, poi è normale bisogna ritmare. Anche gioco verticale perché bisogna alternare, se vengono a prenderti è chiaro che devono avere delle caratteristiche. Lui è stato un po’ un Masaniello dal punto di vista calcistico, si è reso capopopolo. Io so stato a casa e vedevo sempre il Napoli di Sarri, per cui la bellezza del calcio io ho preso quello che potevo prendere. Sono andato a vedere le partite di Sarri. Non me ne frega di paragoni.

C’è un’ atmosfera diversa da quella di Maradona, da cosa dipende?

Sicuramente da una maturità di saper valutare le cose come funzionano. Quello che diventa fondamentale è che i tifosi non ci aspettino all’arrivo ma scendano con noi in campo. Non diamo retta a coloro che vogliono farci togliere le mani dal volante per esultare.

Io ripartirei dall’intervista di stamattina di Osimhen, che ha espresso parole d’elogio verso di lei, le chiedo se questo è uno dei segreti?

Provi a intervistare Demme, quelli che giocano di meno. Per me diventa sempre facile lavorare con dei ragazzi che hanno delle qualità, che hanno la voglia di fare di più. Quindi è sempre la loro di qualità, non la mia. Sono persone che hanno una disponibilità a lavoro e questo fa la differenza. Quando parlano bene di me li ringrazio.

Il manifesto del Napoli di Sarri è stato la grande bellezza, qual’è il manifesto del suo Napoli? E quali sono le differenze?

Il mio manifesto non lo so, noi bisogna di avere il coraggio di andare a giocare le partite. Dipende da che calcio si vuol fare. A me non piace fare un calcio da fare stare davanti alla difesa, non lo so fare. Penso che a loro piace giocare così. Quando sono arrivato qui, una delle battaglie è stata quella di riportare la gente allo stadio facendo provare emozioni. Niente ci può turbare se non qualcosa di clamoroso. Le differenze non lo so, lui è più preciso di me, da come sta in campo. Noi domani una cosa che dobbiamo fare è trovare una finestra dove trovare aria, la parta è sempre chiusa. I miei ogni tanto due attaccano e due scappano. A me piace più così, a lui bisogna domandarglielo.

Quando Spalletti ha iniziato ad allenare ha mai sognato di vincere uno scudetto?

Quando si inizia ad allenare è normale che si sogna di vincere. Da un punto di vista mio non sono di quelli che vincere a tutti i costi e poi l’anno dopo fallire. Mi piace collaborare con la società cercando di produrre un lavoro che permettesse di fare un passo per volta.

È più facile ricordare oggi i successi, proprio con la Lazio all’andata fu la partita spartiacque, ripensando a quel momento come lo vede oggi?

Secondo me sono state le partite precedenti dove abbiamo pareggiato che hanno dato la svolta.

Salve, ha definito Sarri il Masaniello, lei a chi si definisce? Sul discorso dello scudetto perso in albergo?

Su di me lasciamo stare. Sullo scudetto perso bisogna chiedere a lui, io prendo sempre me come responsabile non gli altri. È vero che li stavamo vincendo e ho fatto quello sostituzioni, forse le rifarei però che io sia il responsabile di quello che avete fatto voi, vi ringrazio per tutta l’importanza che mi date. La responsabilità la do a me stesso perché la squadra si è atteggiata.

Buongiorno, mi ha colpito

Anche a me ha colpito quando parlava sulla domanda del suo collega

Le chiarisco quello che stavo dicendo, sono d’accordo con lei, mi ha colpito un post sui social dei tifosi dell’Inter che la chiamavano comandante, c’è un pizzico di rivincita?

Io non vado a fare pensieri che possano suscitare rivincite. Io devo cercare di fare bene il mio lavoro come dice il presidente (ride, ndr). La pagina dei tifosi dell’Inter mi fa piacere. Ci sono due/tre pagine su di me su Facebook, sono tanti e quando ci sono ragazzi giovani che commentano mi fa piacere. La rivincita personale non c’è, io mi sono sempre comportato per il bene della società.

Ai tifosi del Napoli non piace che venga detto che le altre sono venute meno, senza ammettere della stagione straordinaria che state facendo.

A noi non ci interessa delle altre cose, interessa del condominio di cui si parlava a inizio stagione. Questi ragazzi hanno fatto delle grandi partite producendo calcio. È il modo continuativo di come sono scesi in campo.

Salve, vorrei chiederle il +18 è un qualcosa che a voi non interessa?

Il +18 è un qualcosa da non considerare, dobbiamo giocare tutte le partite allo stesso modo, magari in 10 come ad Empoli. Basta un dettaglio per invertire quello che è. La cosa che più ci rende felici è veder felici i nostri tifosi. Vedere la città esplodere di gioia è la cosa che più ci sta a cuore. Dobbiamo affrontare partita dopo partita giocandole tutte allo stesso modo

Tutti straordinari i calciatori impiegati, però la forza di questo è anche in quelli che subentrano grazie alle 5 sostituzioni. Questa forza può permettere di pensare di aprire un ciclo con questi ragazzi?

Ottima osservazione, questo è un gruppo sano dove c’è roba fresca che può esploderti in mano e durare anni. Giuntoli è stato bravissimo. Poi sempre devi tenere conto di quelle che sono le disponibilità che un presidente attento tiene conto. Sulla possibilità di aprire un ciclo è un qualcosa che può succedere. Tutte le volte che vado a scegliere gli 11 mi piangi il cuore. Elmas meriterebbe di giocare. Il presidente è stato contento di mettere a disposizione Raspadori, che è il futuro. Io scommetto su Gaetano con tutti. Zedadka mi avrebbe fatto piacere farvelo vedere in Coppa Italia, per questo mi ha dato fastidio non passare il turno. È vero che quello due partite avrebbero influenzato un po’, ma si potevano fare altre scelte, di portare 15 calciatori e altri farli stare a casa. Bisogna ribadire quello che abbiamo detto, bisogna rimanere concentrati sulle partite e scendete in campo con noi perché di voi ne abbiamo bisogno.

Angelo La Marca

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