Pierluigi Gollini: la prova che non bisogna mai mollare

Pierluigi Gollini: la prova che non bisogna mai mollare

Nell’attesa del big match di Champions League di questa sera tra Napoli ed Eintracht Francoforte, raccontiamo una storia fatta di tante emozioni, che siano positive ma anche negative: quella di Pierluigi Gollini, portiere del Napoli.

Per parlare del “rapper con i guanti”, bisogna tornare indietro negli anni e precisamente nel 2017 quando, dopo una breve parentesi all’Aston Villa, si trasferisce all’Atalanta. A Bergamo non parte subito come titolare ma, con il passare del tempo, convince Gasperini e si guadagna il posto di primo difensore dei pali nerazzurri.

La sua miglior stagione, paradossalmente, sarà l’ultima con la maglia della Dea: la 2020/2021. Quell’anno compie parate miracolose e, da titolare, si ritrova addirittura in semifinale di Champions League contro il Paris Saint Germain che, però, porrà termine alla favola europea della squadra lombarda. Al tempo, fu soprattutto ricordato per la gara all’Allianz Stadium contro la Juventus. L’Atalanta riuscì a portare a casa soltanto un punticino, con il pareggio di Remo Freuler che rispose ad un gol fantastico di Federico Chiesa. Gollini, però, fu il protagonista: oltre a grandissimi salvataggi fatti più volte nel match, para un rigore a Cristiano Ronaldo al minuto 61 di gioco, facendo così scendere l’entusiasmo che ruotava attorno alla squadra bianconera.

Da qui, purtroppo, inizia un periodo buio per il portiere nato a Bologna. Perché, dopo aver giocato un grandissimo campionato ed esser riuscito a conquistare anche alcune convocazioni con la Nazionale Italiana, “Piergollo” decide di trasferirsi (in prestito) in Inghilterra, dove avrebbe dovuto agire come secondo di Hugo Lloris al Tottenham. Qui, nonostante un ottimo esordio contro il Chelsea, non riuscirà mai a rubare il posto ad una leggenda del club come il numero 1 francese e finirà per disputare tutta la stagione in panchina e, addirittura, a non essere riscattato dagli Sprus.

A quel punto, però, l’Atalanta si era già riparata con Musso e per Gollini serviva una nuova sistemazione. Così, all’inizio di questa stagione, si fionda su di lui Rocco Commisso, che lo porta a difendere i pali della Fiorentina. L’esperienza in maglia viola inizia anche bene: nelle prime giornate, il portiere si metterà in mostra proprio contro il Napoli, parando un tiro a Raspadori negli ultimi minuti, che evita la sconfitta alla squadra di Firenze. Poi, però, dopo alcuni gravi errori in Conference League, arrivano le incomprensioni con la squadra, con i tifosi e, soprattutto, con mister Italiano che lo manda in panchina e promuove Terracciano a titolare.

Ma, improvvisamente, a Gennaio arriva la svolta. Il Napoli, che è primo in classifica con un ampio distacco sulla seconda, ha soltanto un dubbio sulla sua rosa: la tenuta fisica del secondo portiere Sirigu che, data l’età, non riusciva a trovare continuità neanche durante gli allenamenti. Così, in accordo con l’Atalanta che possiede ancora il suo cartellino, avviene uno “scambio tra secondi” con la Fiorentina e Pierluigi Gollini si trasferisce alla corte di Luciano Spalletti.

Qui, ovviamente, il ruolo di secondo portiere è ben chiaro, vista anche l’ottima stagione che sta disputando Alex Meret. Però, quando continui a credere in te stesso le occasioni arrivano anche quando meno te l’aspetti. Ironia della sorte, a causa di un piccolo infortunio del calciatore poc’anzi citato, Gollini si ritrova a dover esordire da titolare con il Napoli proprio contro la “sua” Atalanta. Giocherà, a questo punto, una partita perfetta dando sicurezza nelle ripartenze dal basso e facendo una grandissima parata su un tiro proveniente dalla sua destra. A fine gara, poi, l’abbraccio con Spalletti che farà capire come il tecnico abbia influito sulla sua condizione mentale, facendolo sentire parte del progetto, nonostante non sia la prima scelta.

Dopo i festeggiamenti con i compagni per la vittoria, lascerà alcune forti dichiarazioni a DAZN: “Ho sempre creduto nelle mie qualità, quando giochi in una squadra del genere tutto viene più facile. E’ bello giocare con loro, ti diverti, ci divertiamo in allenamento ed è stato un debutto speciale soprattutto contro l’Atalanta. Far parte di questo gruppo mi ha aiutato ad essere sereno e fare la partita che ho fatto. Spalletti è stato molto umano con me da quando sono arrivato, i primi sei mesi a Firenze sono stati duri e non avevo più voglia di giocare. Avevo perso la passione, ho vissuto dei momenti difficile e arrivando a Napoli ho ritrovato me stesso. Il mister prima di accogliermi come giocatore mi ha accolto come uomo. Fiorentina? Non mi era mai capitato nella mia carriera di sentirmi preso in giro, siamo pagati per allenarci al massimo però per me il calcio è sempre stato la mia vita e quando non sto bene faccio fatica ad esprimermi in campo. Quando ero a Bergamo mi sentivo come in una famiglia, la stessa cosa che succede a Napoli”.

Con queste parole, il portiere numero 95 ha fatto capire cosa significa sentirsi parte di un gruppo e, soprattutto, quanto sia importante credere in sé stessi e non mollare mai, anche quando tutto sembra perduto e “la passione” svanisce. Continua così Gollo, sei un grande esempio per tutti!

Foto: Instagram Gollini

Mario De Lucia

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